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Pulizia: a rischio la qualità dei servizi
» 08.02.2007
Le Associazioni datoriali che stipulano il Contratto collettivo Nazionale di Lavoro per il settore delle pulizie, servizi integrati/multiservizi, condividono gli obiettivi di apertura del mercato perseguiti dal decreto legge sulle liberalizzazioni, recentemente varato dal Consiglio dei Ministri
Tuttavia le Associazioni rilevano che la parziale abrogazione delle norme del Decreto Ministeriale n. 274 del 1997, di regolazione del settore, e dello specifico obbligo di indicazione del responsabile tecnico (che rappresentava un requisito indispensabile per l’iscrizione all’Albo delle imprese di pulizia e sanificazione istituito presso le Camere di Commercio) non costituisce un elemento di apertura del mercato ma, al contrario, rappresenta un danno per la qualificazione del settore.
Il settore occupa oggi oltre 400.000 addetti impegnati in servizi per edifici civili, per attività industriali, in strutture sanitarie e socio assistenziali e presso enti pubblici, operanti presso circa 30.000 società.
Le norme abrogate avevano come fine quello di assicurare alla clientela pubblica e privata, e all’utenza in genere, livelli adeguati di professionalità delle aziende. Senza dimenticare che la qualificazione delle imprese è una garanzia anche per la sicurezza dei lavoratori dipendenti, chiamati ad usare prodotti e attrezzature in appalti anche ad organizzazione complessa.
L’assenza di un livello minimo di competenza nell’utilizzo di prodotti, che non sono quelli di uso domestico, può determinare danni agli utenti ed ai lavoratori che li utilizzano in modo inappropriato e senza i necessari livelli di informazione e formazione.
L’incontro richiesto potrà essere occasione opportuna per stimolare lo sviluppo in senso industriale di tutto il comparto delle imprese di pulizia, servizi integrati/multiservizi, oggi pericolosamente esposto a fenomeni di lavoro nero e a subappalti anomali.
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