Come noto (cfr. circ. n. 126/09), avevamo ricevuto un  primo riscontro negativo dalla Commissione europea  - Direzione Generale Imprese e Industria -  in merito all’Esposto presentato come TaiiS; abbiamo quindi risposto per iscritto e nel merito alla stessa Direzione, chiedendo un incontro per meglio esporre le nostre posizioni.

La nostra azione, è da segnalare, nel frattempo è stata affiancata e supportata da Confindustria Servizi innovativi e tecnologici, attraverso la presentazione di Note aggiuntive al nostro esposto TaiiS.

Il 27 maggio us abbiamo quindi avuto, in delegazione ristretta, il richiesto incontro con la Direzione competente, rappresentata dal Capo Unità responsabile, dott.ssa Liliana Brykman, che aveva firmato l’avviso negativo, con la presenza anche di legali della stessa Direzione.

Da parte della Commissione è stato sottolineato come nelle diverse pronunce della Corte di Giustizia sono state sistematicamente non accolte le tesi della stessa Commissione in merito alla applicazione della direttiva n. 35/2000 e che la adesione da parte delle imprese a clausole contrattuali con la PA comporta comunque una intesa contrattuale sulle stesse, visto che la direttiva attualmente vigente non prevede l’armonizzazione dei termini di pagamento, ma solo l’applicazione di interessi moratori nel caso di ritardo rispetto ai termini pattuiti.

I rappresentanti della Commissione hanno anche evidenziato come la nuova proposta di Direttiva, di revisione della direttiva n. 35/2000, intenda appunto porre rimedio alle disfunzioni manifestatesi nell’applicazione di tale provvedimento, in particolare prevedendo, per le Pubbliche amministrazioni, l’armonizzazione dei termini di pagamento.

Da parte nostra abbiamo ripresentato le posizioni espresse nel ns. Esposto, sottolineando in particolare come la predisposizione unilaterale da parte della PA di condizioni temporali di pagamento peggiorative rispetto a quelle previste come ordinarie dalla direttiva n. 35/2000, ancorché seguita da accettazione da parte dell’impresa aggiudicataria, non può configurarsi come “accordo” ai sensi della direttiva; in tal senso abbiamo presentato la decisione del Tar Lazio del 22 dicembre 2008, di cui alla ns circ. 2/09, nella quale viene ben prospettata la questione. Abbiamo inoltre evidenziato che in proposito non risulta giurisprudenza comunitaria contraria, ma che anzi la posizione elaborata dalla giurisprudenza italiana interpreta correttamente la normativa di riferimento, anche di livello comunitario.

Abbiamo poi sottolineato come le diffuse prassi di ritardo, attestate anche dalla recente Risoluzione parlamentare menzionata dalla ns. circ. 176/09, configurino un inadempimento sostanziale della normativa comunitaria.

La rappresentante della Direzione Generale Imprese e Industria ha quindi recepito le nostre posizioni e, a modifica sostanziale di quanto in precedenza formalizzato, il nostro. Esposto sarà considerato come denuncia formale, con attivazione conseguente delle procedura di indagine e verifica in merito.

Si tratta di un risultato assolutamente positivo, con conseguente presumibile  attivazione della Commissione UE presso il Governo italiano.

A seguire rispetto a tale incontro, abbiamo poi avuto un incontro con la Rappresentanza permanente dell’Italia presso la Commissione, nella persona del vice Ambasciatore (e di suoi dirigenti incaricati), avviando i necessari contatti perché il Governo italiano segua in maniera idonea gli sviluppi della proposta di modifica di Direttiva in materia di ritardo dei pagamenti (cfr. circ. nn. 126 e 149/09), che indubbiamente merita apprezzamenti per gli obiettivi perseguiti di porre rimedio alle inidoneità manifestatesi in sede applicativa dalla vigente direttiva n. 35.

Restando a disposizione per ulteriori chiarimenti, inviamo i migliori saluti.

Giuseppe Gherardelli
Responsabile Area Mercato dei Servizi