Circolari

Circolare Ministero del Lavoro n. 5 dell’11 febbraio 2011 avente ad oggetto “Quadro giuridico degli appalti”.
Circolare n° 062/2011 » 14.02.2011
Si segnala la Circolare in oggetto, allegata alla presente, firmata dal Ministro Sacconi, contenente una interessante e importante ricognizione del quadro giuridico degli appalti, con attenzione specifica alle varie norme di diritto del lavoro che si intersecano con la disciplina civilistica e pubblicistica degli appalti, anche a seguito della riforma attuata con il d.lgs. 276/2003 e ai successivi provvedimenti legislativi richiamati in premessa alla Circolare stessa.
Nell’evidenziare qui di seguito alcuni degli aspetti di maggior interesse, si rileva, in termini di contesto generale, che la Circolare sembra rispondere a diverse esigenze rappresentate dagli operatori, con particolare riferimento a vertenze contrattuali di cui il Ministero è attualmente investito, quali il rinnovo del CCNL multiservizi e del CCNL vigilanza privata (entrambi i comparti del resto sono espressamente menzionati).
1) “Genuinità” dell’appalto. Alla luce dell’art. 29 del d.lgs. 276 e di pareri resi in sede di interpello, si analizzano le condizioni in presenza delle quali l’appalto può considerarsi “lecito”, anche al fine di individuarne gli elementi di differenziazione rispetto alla “somministrazione di lavoro” e all’appalto fraudolento o illecito, con le conseguenti ricadute sanzionatorie.
2) Obblighi retributivi, contributivi e sicurezza sul lavoro. La complessa e delicata questione viene affrontata in relazione tanto al settore degli appalti privati, quanto in relazione a quello degli appalti pubblici. Con riferimento al rispetto degli obblighi retributivi negli appalti privati, ferma rimanendo l’autonomia contrattuale collettiva, si richiama l’art. 1 comma 1175 della legge n. 296/2006 quale strumento di tutela sia dei diritti discendenti dal CCNL stipulato dalle Organizzazioni comparativamente più rappresentative che della normativa sul cambio appalto.
Per quanto concerne gli obblighi retributivi negli appalti pubblici viene richiamata la previsione contenuta all’articolo 36 della legge n. 300 del 1970, l’articolo 5, comma 5, lettera r, del Codice dei contratti pubblici che prevede un “intervento sostitutivo della stazione appaltante in caso di inadempienza retributiva e contributiva dell’appaltatore” e la disposizione di cui all’articolo 118, comma 6, del Codice dei contratti pubblici, secondo cui: “l’affidatario è tenuto ad osservare integralmente il trattamento economico e normativo stabilito dai contratti collettivi nazionali e territoriali in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni”.
Vengono anche analizzate le diverse, note ma importanti, disposizioni del Codice dei contratti pubblici e del d.lgs. n. 81/2008 volte a salvaguardare, nell’ambito delle procedure di aggiudicazione degli appalti, i diritti dei lavoratori dal punto di vista retributivo/contributivo e sotto il profilo della sicurezza del lavoro.
Pur “in punta di penna”, attraverso il richiamo successivo di diversi provvedimenti, senza mai far riferimento a giurisprudenza, il Ministero sviluppa in realtà sul tema un “ragionamento” non scontato, sostanzialmente coerente anche con le istanze e le denunce da noi avanzate in diverse recenti occasioni che qui si riporta integralmente:
“Da ultimo, si rappresenta l’opportunità che nei capitolati e nelle convenzioni siano ben esplicitati l’obbligo di rispettare integralmente il contratto collettivo nazionale di lavoro del settore oggetto dell’appalto, sottoscritto dalle Associazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale, differenziato per categoria se l’appalto comprende più settori, ed eventuali accordi integrativi vigenti, sia nei confronti dei lavoratori dipendenti che dei soci lavoratori delle cooperative, nonché la necessità di applicare tutte le normative vigenti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e delle norme relative all’inserimento lavorativo dei disabili”.
3) Regime di responsabilità solidale. Nell’esposizione, la circolare distingue tra appalti privati e appalti pubblici. Con riferimento ai primi, nell’ambito di una serie di richiami normativi, di interesse sembra la accezione accolta del significato da attribuire alla dizione “lavoratori” contenuta nell’art. 29 d.lgs. 267, che sembra più ampia di quello ritenuta in altre occasioni. Con riferimento ai secondi, si richiama l’articolo 118, comma 6, del d.lgs. 163/2006, ma non il d.lgs. 276/2003, che secondo alcune decisioni della magistratura di merito del lavoro sarebbe invece in parte qua applicabile nei rapporti committente pubblico/appaltatore.
4) Certificazione del contratto. Si richiamano le pertinenti disposizioni del d.lgs. 276 e viene segnalato quanto recentemente disposto dall’articolo 31, comma 7, della legge 183/2010 circa gli effetti dell’accertamento dell’organo preposto alla certificazione del contratto di lavoro, nel caso di contratti in corso di esecuzione.
6) Sicurezza del lavoro negli appalti. Vengono richiamate le diverse disposizioni in merito vigenti, con particolare attenzione al DUVRI, agli appalti in ambienti sospetti di inquinamento o nei luoghi confinati (dati anche i recenti drammatici episodi registrati) nonchè alle norme in tema di qualificazione professionale delle imprese di cui agli artt. 26 e 27 del d.lgs. 81/2008.
La circolare si conclude con un richiamo alle disposizioni, anche molto recenti, che hanno previsto il cartellino di identificazione dei lavoratori coinvolti nell’appalto, e la responsabilità solidale per infortuni non indennizzati INAIL, ex art. 26, comma 4, del d.lgs. 81/2008.
Distinti saluti.
Responsabile Area Mercato e Appalti Pubblici
Giuseppe Gherardelli
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